Quella della taggiasca è una monocoltura che grazie alla combinazione vincente di terreno, acqua e clima è stata denominata di origine protetta nel 1977.
Le impervie terre coltivabili vennero rimodellate con la tecnica maxéi o del terrazzamento con muri a secco strappando terra coltivabile alle montagne a ridosso del mare.
Le olive taggiasche provengono da un albero dal tronco molto contorto, spesso con sviluppo inclinato, impiegato anche come essenza ornamentale che può superare i 10 mt di altezza. La vita produttiva di quest’albero inizia dopo il terzo anno, ma può protrarsi per oltre 600 anni.
L’oliva taggiasca, dalle sfumature nere e violacee, ha forma allungata, leggermente cilindrica, ed il suo peso varia dai 2 ai 4 grammi. Assaggiandola, dopo alcuni istanti di un sapore molto amaro, si va incontro ad un retrogusto estremamente piacevole.
Fu portata a Taggia, paese della Liguria in provincia di Imperia, dai monaci benedettini.
Coniglio in umido alla ligure, Agnello alle olive, Roast-beef alla salsa di olive, Baccalà alla levantina e cappunadda sono alcuni dei piatti liguri a base di olive taggiasche.
Dall’oliva taggiasca è prodotto anche un olio extravergine di grande purezza a bassa acidità, dal colore giallo-verde e un odore fruttato di carciofo e mandorla.
A Taggiasca, nel mese di Maggio, viene organizzata una manifestazione dedicata all’olio e all’oliva da essa prodotto, dal nome MediTaggiasca. Durante la manifestazioni grandi cuochi vengono invitati ad interpretare piatti della cucina ligure.
L’oliva taggiasca è un ingrediente gourmet che ben si sposa con l’idea di pizza gourmet che abbiamo da Eat to Eat.